Assoporare ogni momento di vita insieme
Intervista a Marialuisa e Federica

Marialuisa e Federica sono una madre e una figlia con un rapporto davvero speciale. Vivono in una casa immersa nel verde e quando ti affacci da una delle loro finestre, la natura ti pervade. Marialuisa è affetta dal morbo di Alzheimer dal 2016. Pochi mesi dopo la diagnosi del medico, Federica, la sua unica figlia ha contattato l’Associazione Alzheimer Rimini e da quel momento è diventata una delle persone che con assiduità frequenta il nostro “Scaramaz Cafè” di Morciano.

<Ora che i centri sono chiusi a causa del Covid, la mamma ha paura di uscire – ci spiega Federica – ma ricordo che il giorno in cui ha fatto il vaccino, la prima cosa che mi ha chiesto di fare è stata andare al cimitero a trovare mio padre. Lo facciamo sempre insieme. Lui è morto da poco, dopo aver lottato contro una malattia che lo ha portato via in soli tre mesi. Da quando lui è scomparso non ha più voluto fare le tagliatelle, il piatto preferito di suo marito>.

Marialuisa vive con sua figlia e suo marito, in una casa ospitale, dove tutti si aiutano. <La mamma adora fare le lavatrici. Ogni tanto ne fa una. Mi aiuta a cucinare e trascorriamo tanto tempo insieme. So che le mancano le amiche e ogni tanto le chiama al telefono quando io esco in giardino. Ha due fratelli e una sorella che vivono a Macerata Feltria. Da quando è iniziata la pandemia si sono visti raramente, ma anche per comunicare con loro usa il telefono>. Federica è molto giovane, ha poco più di quarant’anni e affronta le problematiche legate alla malattia di sua madre, con grande coraggio: < Ho capito che qualcosa non andava quando ho notato che lasciava il rubinetto dell’acqua aperto, oppure parlava con la televisione. Il culmine è stato quando una mattina l’ho trovata in un bagno di servizio che si trova all’esterno della nostra casa. Era senza vestiti, avvolta in una coperta. Ho subito chiamato il medico e da lì è iniziata una nuova vita per noi. Mia madre è molto forte e ancora oggi se le faccio notare che ha lasciato un rubinetto aperto mi risponde “adesso lo chiudo!”. E’ molto evasiva, credo che senta di avere un problema che non riesce a controllare. Prende ogni giorno le sue pasticche per la memoria, le ho spiegato a cosa servono>.

Gestire una situazione come questa non è semplice, ecco perché Federica si è rivolta alla nostra associazione. Nonostante le restrizioni dovute al Covid Marialuisa è stata seguita in un primo momento da Cristina Tiraferri una musicoterapeuta. In seguito, dopo un confronto fra le psicologhe è stata inserita in uno dei progetti dello Scaramz Cafè che prevedono fra le varie attività, degli incontri con Cinzia Ricci una psicomotricista. Ed è proprio Marialuisa a darci il primo feedback su questa esperienza che vede i nostri professionisti al lavoro a domicilio: <Mi sono divertita, a me piace fare tutto. I giochi che mi porta e che costruiamo insieme sono la cosa che mi diverte di più>.

Federica poi racconta che:
< Mi chiede sempre: “quando arriva Cinzia?”. Ora la vedo più entusiasta nel fare le cose, più contenta. Ha cominciato a disegnare, lo fa da sola e non usa più i fogli con i disegni prestampati come faceva una volta. Crea lei ciò che le viene in mente. Quando sa che viene Cinzia, fa colazione presto e poi la aspetta. Dopo gli incontri è più calma. Anche con Cristina ha passato dei momenti intensi e la aspettava con impazienza. Con lei cantava e suonava strumenti musicali sempre diversi. Si divertiva molto. Comprendo che ha bisogno di input sempre differenti>. Ma anche questa giovane donna si impegna per far si che Marialuisa abbia una buona qualità della vita: < Ogni pomeriggio giochiamo insieme a scala quaranta. La sera guardiamo “I soliti ignoti” e lei fa il tifo per il concorrente!  Assaporo ogni momento di vita insieme, perché so che un giorno lei si sveglierà e non mi riconoscerà più. Questa è la cosa che mi spaventa di più. Il fatto che lei non si ricordi più chi sono. Ma io le starò accanto fino alla fine. Fino a quando sarà possibile la porterò nei centri dove potrà stare insieme ad altre persone, come faceva un tempo, quando si ritrovava con le amiche a giocare a carte. Continuerò ad occuparmi di lei. Sono fortunata, ho un marito che mi aiuta e lui ha un buon rapporto con mia madre. La cosa che temo maggiormente è quella di ammalarmi anche io. Se dovesse accadere, chi si prenderà cura di lei? Ho tanta paura che resti sola>.

Cinzia Ricci

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